Le batterie dei computer portatili hanno subito una notevole evoluzione fin dalla loro invenzione, passando da componenti ingombranti e poco performanti a soluzioni avanzate che garantiscono diverse ore di autonomia. Nei primi anni Ottanta, i laptop erano alimentati da batterie AA, caratterizzate da sostanze chimiche nocive e un peso considerevole. Un esempio emblematico è il Kyotronic 85, che necessitava di quattro batterie AA da sostituire ogni 20 ore. L’Osborne 1, lanciato nel 1981, pur essendo il primo vero portatile, aveva una batteria tampone ingombrante con un’autonomia di un’ora e un peso totale di 11 kg.
Un po’ di storia
Alla fine degli anni Ottanta, le batterie al piombo-acido furono una svolta significativa, essendo le prime ricaricabili. Nonostante la loro capacità di contenere molta carica elettrica, il peso continuava a essere un problema rilevante. Un portatile del 1989, infatti, poteva pesare oltre 7 kg, principalmente a causa della batteria al piombo-acido, che garantiva circa 10 ore di autonomia. Negli anni Novanta, l’introduzione delle batterie NiCad (nichel-cadmio) e NiMH (nichel-metalidrato) rappresentò un ulteriore passo avanti. Le NiCad, sebbene avessero il problema dell'”effetto memoria” che richiedeva la scarica completa prima della ricarica, erano molto apprezzate. Le NiMH, ancora presenti in alcuni laptop datati, offrivano una maggiore capacità rispetto alle loro predecessore.
La vera rivoluzione arrivò con le batterie agli ioni di litio e ai polimeri di litio. Queste batterie permisero la creazione di dispositivi più sottili e leggeri, con autonomie significativamente prolungate e una perdita di carica in standby minima. Un esempio notevole è l’LG Gram del 2018, che raggiungeva quasi 14 ore di durata con una singola carica. Oggi, un Dell XPS 17 9730 con GPU NVIDIA GeForce RTX ha una batteria che pesa solo 0,38 kg, dimostrando quanto siano avanzate queste tecnologie. Il futuro delle batterie dei laptop vede due principali direzioni: lo sviluppo delle batterie a stato solido e l’ottimizzazione dell’utilizzo energetico. In quest’ultimo ambito, NVIDIA ha introdotto la tecnologia BatteryBoost, mirata a ridurre il consumo energetico mantenendo elevate prestazioni. Questa tecnologia automatica si attiva durante le sessioni di gioco quando il PC non è collegato alla rete elettrica, e insieme a NVIDIA Optimus, estende la durata della batteria per app meno impegnative.
Come funziona BatteryBoost
BatteryBoost regola le prestazioni della GPU in base alla complessità visiva delle scene di gioco, garantendo un’esperienza fluida e prolungando la durata della batteria. Con BatteryBoost 2.0, NVIDIA ha ulteriormente migliorato questa tecnologia utilizzando l’intelligenza artificiale per ottimizzare l’intera piattaforma, dalla GPU e CPU ai frame rate e alla qualità dell’immagine. Il risultato è una giocabilità eccellente con una durata della batteria prolungata fino al 70% in più.
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