Bitcoin: Satoshi Nakamoto e Len Sassaman sono la stessa persona?

Len Sassaman e l’enigma del creatore dei Bitcoin

La misteriosa identità del creatore dei Bitcoin continua a suscitare curiosità e speculazioni nel mondo della tecnologia e della finanza. Nel corso degli anni, molte figure sono state nominate come potenziali autori del white paper che ha dato il via alla più famosa criptovaluta al mondo. Di recente, è emersa una nuova ipotesi. Secondo alcune indiscrezioni, un documentario HBO in programma la prossima settimana, potrebbe finalmente far luce sulla vera identità di Satoshi Nakamoto, creatore di Bitcoin. Dietro all’alias potrebbe essersi celato Len Sassaman, noto esperto di crittografia e sicurezza informatica. Ma cosa c’è di concreto in questa teoria e cosa lo distingue dalle altre speculazioni?

Chi era Len Sassaman

Len Sassaman, nato il 29 maggio 1980 in Pennsylvania e morto il 3 luglio 2011, ha sviluppato o contribuito a sviluppare numerose tecnologie crittografiche avanzate, tra cui sistemi per la protezione delle comunicazioni online e protocolli di crittografia per l’anonimato. Tra le sue collaborazioni più note ci sono contributi al progetto di PGP (Pretty Good Privacy) e ad altri strumenti utilizzati per garantire la sicurezza dei dati e delle transazioni digitali. Queste tecnologie hanno avuto un impatto significativo nella comunità cypherpunk, influenzando anche lo sviluppo di concetti alla base del Bitcoin.

L’informatico è stato una figura ben conosciuta all’interno della comunità degli sviluppatori di sicurezza e crittografia. Collaboratore e amico del leggendario Hal Finney, noto soprattutto per essere stato uno dei primi sostenitori del Bitcoin e il destinatario della prima transazione in questa criptovaluta da Satoshi Nakamoto. Sassaman è stato coinvolto in numerosi progetti legati alla privacy e alla crittografia, dimostrando un profondo interesse verso la decentralizzazione delle informazioni e la protezione della privacy online. Questo suo background lo rende un candidato plausibile per essere Satoshi Nakamoto, considerando che le competenze necessarie per la creazione del protocollo Bitcoin non erano diffuse tra la popolazione generale, ma riservate a un gruppo ristretto di specialisti.

In questo contesto, è interessante notare che il nome “Satoshi Nakamoto” potrebbe avere significati simbolici: “Satoshi” può significare “saggio” o “illuminato”, mentre “Nakamoto” può essere interpretato come “origine centrale”. Questa possibile traduzione suggerisce un richiamo alla filosofia di decentralizzazione e innovazione, elementi che potrebbero riflettere la visione di Len Sassaman e degli altri cypherpunk coinvolti.

Il movimento Cypherpunk

Sassaman, così come altri pionieri della crittografia, è stato un fervente sostenitore del movimento cypherpunk. Il termine si riferisce a un movimento sociale e ideologico nato negli anni ’80 e ’90, composto da attivisti, hacker e crittografi che sostenevano l’uso della crittografia come mezzo per promuovere la privacy e la libertà individuale in un mondo sempre più digitalizzato. Il movimento ha avuto un ruolo centrale nello sviluppo delle tecnologie di sicurezza online e ha ispirato la creazione di Bitcoin, mirando a contrastare il controllo governativo e a garantire comunicazioni sicure e anonime. Un movimento che ha avuto un ruolo fondamentale nel promuovere idee legate alla privacy digitale e alle valute elettroniche. Tra le sue competenze e la sua visione del futuro digitale, emergono numerose similitudini con la filosofia alla base del Bitcoin, come l’enfasi sulla decentralizzazione, la privacy e l’anonimato nelle transazioni digitali. Tuttavia, l’assenza di prove concrete lascia aperta la questione, rendendo difficile stabilire un collegamento definitivo.

Secondo Cointelegraph, Polymarket, una piattaforma di mercato di previsione decentralizzata, attualmente elenca l’informatico americano Len Sassaman come il candidato principale per essere rivelato come il leggendario “Satoshi Nakamoto” in un imminente documentario HBO. Il film, intitolato “Money Electric: The Bitcoin Mystery“, è diretto da Cullen Hoback e andrà in onda l’8 ottobre. L’autore del documentario è Cullen Hoback, regista di Q: Into the Storm, che ha svelato chi c’è dietro la teoria del complotto QAnon, che ha fatto molto parlare di sé nel 2016 durante la sfida tra Donald Trump e Hillary Clinton per la Casa Bianca.

Sebbene né Hoback né HBO abbiano dichiarato esplicitamente che il documentario rivelerà definitivamente l’identità del creatore di Bitcoin, i post sui social media e il trailer del film suggeriscono che è prevista una rivelazione significativa. Questa speculazione ha alimentato l’attività su Polymarket, dove un pool di trading intitolato “Chi identificherà il documentario HBO come Satoshi?” ha accumulato un volume totale di $ 389.738 al 4 ottobre.

Tra i principali candidati nel pool di scommesse Polymarket, dove si paga in criptovalute, ci sono personaggi noti come Hal Finney, Adam Back, Craig Wright e Nick Szabo. Tuttavia, Len Sassaman, un sospettato meno noto, è emerso come favorito. Un post di Medium del 2023 che discute la teoria secondo cui Sassaman potrebbe essere Satoshi Nakamoto evidenzia il suo background accademico e la sua difesa dei principi open source, che si allineano con l’etica di Bitcoin. Le regole del Polymarket indicano che se Sassaman viene identificato dal documentario HBO come la persona principale responsabile dello sviluppo di Bitcoin, il mercato risponderà “Sì”. Se viene identificata un’altra persona o un gruppo, o se Sassaman viene ritenuto ugualmente responsabile, il mercato risponderà “No”.

È uno dei segreti meglio custoditi del mondo e la rete televisiva americana HBO ha promesso di svelarlo nella serata di mercoledì prossimo

Su Polymarket, la piattaforma di scommesse , il nome più indicato come vero Satoshi è quello di Len Sassaman con il 36% di probabilità, seguito da Hal Finney con il 21%, entrambi già morti. Nettamente staccati sono Adam Back con il 7% e Nick Szabo con il 4%, entrambi viventi. Si pensa che Sassaman, che si è suicidato nel 2011 dopo una lunga lotta contro la depressione, sia Satoshi perché autore di numerose pubblicazioni accademiche sulla crittografia, in cui ha espresso il suo forte impegno ideologico per la privacy e la decentralizzazione. Ad aumentare le speculazioni sul fatto che Sassaman sia Satoshi è la data delle rispettive scomparse. Sassaman si è tolto la vita il 3 luglio 2011, poco dopo che Satoshi ha inviato l’ultima sua mail il 23 aprile 2011.

Hal Finney, uno sviluppatore di software e crittografo noto per essere stato la prima persona al mondo ad avere ricevuto bitcoin da Satoshi Nakamoto (10 per la precisione), è invece morto nell’agosto 2014, tre anni dopo la scomparsa di Satoshi, e questo rende quanto meno curioso il fatto che in quell’arco di tempo non abbia mai venduto nemmeno uno degli 1,1 milioni di bitcoin minati dall’inventore della criptovaluta, che all’epoca valevano circa 640 milioni di dollari. Oggi i bitcoin attribuiti a Satoshi Nakamoto, che sono distribuiti su circa 22.000 indirizzi, valgono circa 67,5 miliardi di dollari e non sono mai stati toccati.

Perché Satoshi si protegge con l’anonimato

Sono vari i motivi per cui l’inventore del Bitcoin si è trincerato dietro uno pseudonimo ed è sempre rimasto anonimo. Prima di tutto questo consente che Bitcoin operi come un sistema decentralizzato senza un’autorità centrale. L’assenza di una figura nota aiuta a mantenere la fiducia nella rete stessa piuttosto che in un individuo.

L’anonimato ha inoltre protetto Satoshi dal diventare il bersaglio di attività criminali o interventi governativi. La sua scelta di rimanere nascosto sposta inoltre l’attenzione dall’identità personale alla tecnologia stessa. Ciò consente alla comunità Bitcoin di valutare e adottare la tecnologia in base ai suoi meriti piuttosto che alla personalità del suo creatore (cosa che non succede per tutte le altre criptovalute, che hanno invece un capo carismatico, per esempio Vitalik Buterin con Ethereum).

Satoshi Nakamoto comunicava principalmente attraverso forum online, email e pubblicazioni su piattaforme come il sito Bitcointalk.org e il mailing list dei cypherpunk. Pubblicò il white paper originale del Bitcoin nel 2008 e continuò a comunicare in modo anonimo con la comunità, finché la sua ultima comunicazione pubblica risale ad aprile 2011. Dopo di allora, Satoshi scomparve definitivamente, lasciando il progetto nelle mani degli sviluppatori.

Gli elementi a favore della teoria

La teoria su Len Sassaman come possibile creatore dei Bitcoin si basa su diverse osservazioni. In primo luogo, le sue capacità tecniche e il suo contributo alla comunità cypherpunk ne fanno un potenziale candidato. Le idee del movimento infatti, costituiscono la base su cui si è sviluppato Bitcoin, e Sassaman, come molti suoi colleghi, condivideva la stessa visione di un sistema di pagamento anonimo e decentralizzato. Inoltre, il suo legame con Hal Finney – una delle prime persone coinvolte nel progetto Bitcoin – aggiunge un ulteriore elemento di credibilità alla teoria.

Bitcoin Nakamoto
Satoshi Nakamoto.

Un altro aspetto interessante è che Sassaman, come Nakamoto, ha sempre mantenuto un profilo discreto. Anche se era noto nella comunità della crittografia, non cercò mai la fama al di fuori di essa, un comportamento coerente con quello di Satoshi Nakamoto, il quale scomparve dal radar pubblico una volta che Bitcoin iniziò a guadagnare popolarità. Infine, la timeline della carriera di Sassaman coincide con i periodi critici dello sviluppo del Bitcoin. L’informatico è stato attivo nella scena crittografica proprio nel momento in cui Bitcoin stava prendendo forma, suggerendo la possibilità che fosse coinvolto direttamente nella sua creazione.

Meredith Patterson, la moglie di Len Sassaman, ha pubblicamente negato che suo marito potesse essere Satoshi Nakamoto, sottolineando che, nonostante le speculazioni, Len non era coinvolto nello sviluppo del Bitcoin. Meredith Patterson è una nota crittografa e biohacker, conosciuta per il suo lavoro in ambito di sicurezza e linguaggi di programmazione sicuri. Le sue dichiarazioni offrono un’importante testimonianza da parte di una persona a lui vicina, contribuendo a mettere in dubbio la teoria che Sassaman fosse il creatore dei Bitcoin.

Gli elementi contro la teoria

Nonostante gli indizi a favore, ci sono anche delle questioni che rendono difficile accettare l’uomo come il vero Satoshi Nakamoto senza ulteriori prove. In primo luogo, non esistono evidenze documentali o testimonianze dirette che colleghino Sassman al codice sorgente originale del Bitcoin o al white paper del 2008. La mancanza di corrispondenza esplicita tra Sassaman e i messaggi pubblici di Nakamoto è un ostacolo importante per sostenere questa tesi.

Inoltre, l’idea di Nakamoto come un’entità collettiva – più che una singola persona – ha preso sempre più piede negli ultimi anni. Bitcoin potrebbe essere stato il risultato di una collaborazione tra vari membri della comunità cypherpunk, e il nome di Sassman, insieme a quello di altri esperti come Hal Finney o Nick Szabo, potrebbe indicare un lavoro di gruppo piuttosto che il contributo di un singolo genio isolato. Infine, Len Sassaman non ha mai rivendicato il merito della creazione di Bitcoin, né si è mai espresso pubblicamente in tal senso. La possibilità che Len Sassaman sia Satoshi Nakamoto è affascinante, ma per il momento rimane una teoria tra le tante che cercano di svelare l’identità del misterioso creatore dei Bitcoin. Forse la vera identità di Nakamoto è destinata a rimanere un segreto, protetto dai principi di privacy e anonimato che la stessa criptovaluta incarna. Di certo, sapremo qualcosa di più il prossimo 8 ottobre e vedremo la reazione dei mercati.

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Giornalista pubblicista, SEO Specialist, fotografo. Da sempre appassionato di tecnologia, lavoro nell'editoria dal 2010, prima come fotografo e fotoreporter, infine come giornalista. Ho scritto per PC Professionale, SportEconomy e Corriere della Sera, oltre ovviamente a Smartphonology.