Prima che diventassero mainstream venivano chiamate emoticon, ma nel corso degli anni si sono evolute in emoji. Si è partiti da simboli grafici (emoticon) che grazie alla pareidolia simulano un’emozione umana. Approdati sui dispositivi portatili, ben presto sono diventate emoji, ovvero immagini di piccole dimensioni, che raffigurano emozioni, oggetti o strumenti e ottenibili attraverso anche una serie di combinazioni o codici, spesso ripescando proprio i simboli delle emoticon. Le emoji hanno addirittura una propria giornata mondiale, per la gioia dei Social Media Manager di tutto il globo e che cade il 17 luglio. Per l’occasione Samsung Electronics ha commissionato a Human Highway, una società di ricerca online, un’indagine dedicata alle preferenze e abitudini degli italiani nell’utilizzo delle emoji. Il risultato? Due intervistati su tre le utilizzano di frequente, con le donne che ne fanno un uso più massiccio rispetto agli uomini.
L’utilizzo delle emoji in Italia
Dei 996 intervistati, un campione eterogeneo per età e genere, il 55,8% ha dichiarato che utilizzano le emoji per esprimere al meglio le proprie emozioni. Secondo il 34,2% degli interpellati, vengono utilizzati i simboli iconografici per chiarire il tono del messaggio ed evitare spiacevoli fraintendimenti, mentre il 38% per rafforzare il testo scritto. Secondo la ricerca, le maggiori utilizzatrici di emoji sono le donne comprese nella fascia d’età tra i 35 e i 44 anni, risiedenti nel Nord-Est o Sud Italia. Sempre le donne favoriscono emoji connessi ai sentimenti, come il bacio 😘 e il cuore rosso ❤️. Gli uomini tendono a preferire invece il pollice alzato 👍🏼 e l’occhiolino 😉. Dal grafico sottostante, si può notare come il primo simbolo negativo (il pianto) sia tra i meno utilizzati.

E a livello globale?
Adobe ha invece intervistato 7.000 persone che utilizzano emoji, tra Stati Uniti, Regno Unito, Germania, Francia, Giappone, Australia e Corea del Sud. Così come in Italia, la maggior parte degli utilizzatori impiega emoji che portino gioia e comprensione reciproca. Al primo posto troviamo la risata, al secondo il pollice alzato e al terzo il cuore rosso, solo quarto il bacio, mentre al quinto la faccina che piange.

Amore, felicità, tristezza, rabbia e sorpresa sono in quest’ordine le prime cinque emozioni espresse tramite emoji. Il 55% degli intervistati concorda che il loro impiego nelle comunicazioni abbiano avuto un impatto positivo sulla loro salute mentale, mentre l’88% degli utenti ha maggiore probabilità di provare empatia nei confronti di chi usa un’emoji. Dei 7.000 utenti intervistati, il 46% impiega questi simboli nei propri messaggi di testo, mentre 1 volta su 4 scrivono messaggi utilizzando solo emoji.
Emoji ed emozioni
Secondo la ricerca di Adobe, il 90% di chi utilizza le emoji pensa che grazie al loro impiego, sia più facile esprimersi. L’89% pensa invece che siano adatte per superare le barriere linguistiche nella comunicazione. Il 74% dice di sentirsi più connesso con chi utilizza i simboli, mentre il 66% si ritiene più a suo agio nell’esprimere emozioni attraverso le emoji, rispetto alle conversazioni di solo testo.

Serve una netiquette?
I simboli sono interpretati in modo diverso da persona a persona. Il 75% delle persone si sente sicuro di essere aggiornato sul significato delle emoji introdotte. Tuttavia le tre più fraintese sono quelle che raffigurano il clown, la pesca e la melanzana. Tuttavia la GenZ dichiara di utilizzare emoji in modo diverso dal loro significato originario. Sempre il 75% degli interpellati pensa che va bene inviare una emoji come risposta rapida al posto delle parole, ma troppe sono fastidiose, almeno secondo il 67% delle persone.
E nel dating?
Quando si corteggia una persona online se si manda l’emoticon che manda un bacio, la faccina innamorata (🥰) o gli occhi a cuoricino, si può risultare più piacevoli. Diversamente, se si invia il simbolo della pesca, della melanzana o un viso folle che fa la linguaccia (🤪) si risulta meno desiderabili.

L’utilizzo a lavoro
Nei Paesi interpellati, il 69% utilizza l’evoluzione delle emoticon al lavoro, mentre il 66% ne apprezza l’uso; il 62% invece crede che possano avere un impatto positivo sulla credibilità. Il 63% crede che possano rendere più efficiente il processo decisionale, mentre il 51% pensa che riducano la necessità di riunioni e call. Ben il 66% afferma invece che l’uso di emoji sul posto di lavoro rende le notizie positive o i feedback più sinceri.
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