Nonostante le difficoltà derivate dalla pandemia e le nuove crisi internazionali, le piccole e medie imprese (PMI) italiane hanno mostrato una buona capacità di resilienza. In effetti, solo il 14% di esse ha affermato di non essere stato in grado di reagire all’aumento dei costi energetici, mentre solo il 10% non è riuscito a rispondere ai problemi di fornitura. Questo è quanto emerso dai dati presentati dall’Osservatorio Innovazione Digitale nelle PMI della School of Management del Politecnico di Milano, durante il convegno “Le PMI verso la maturità digitale: la bussola è nell’ecosistema“.
L’eterogeneità delle PMI italiane
Paolo Ghezzi, Direttore Generale di Infocamere, ha sottolineato che le PMI italiane, che rappresentano circa il 5% delle imprese attive nel Paese, presentano una notevole diversità in termini di struttura, attività, organizzazione e visione strategica. Questa eterogeneità si riflette in performance diverse e in approcci variabili all’innovazione e alla trasformazione digitale. Le PMI sono quindi un tassello fondamentale dell’economia italiana e svolgono un ruolo cruciale in settori chiave come l’architettura, l’ingegneria, la costruzione, la meccanica, la meccatronica, i veicoli a motore su gomma e i servizi correlati.
Maturità digitale delle PMI italiane
Claudio Rorato, Direttore dell’Osservatorio Innovazione Digitale nelle PMI, ha rilevato che, nonostante la crescente importanza della digitalizzazione, la maggior parte delle PMI italiane mostra ancora un approccio cauto o scettico. Infatti, solo il 45% delle PMI ha un profilo di maturità digitale “convinto” o “avanzato”, mentre il 55% ha un approccio “timido” o “scettico”. Questo ritardo nella digitalizzazione è spesso dovuto a una mancanza di strategia a lungo termine e a un approccio olistico all’innovazione.
Sebbene il 43% delle PMI italiane riconosca l’importanza della digitalizzazione, ancora un terzo delle imprese fatica a riconoscerne il ruolo centrale nel loro settore. Inoltre, la mancanza di investimenti nella cultura digitale e di figure professionali specializzate in competenze digitali (STEM e/o formazione avanzata) rappresenta un ostacolo significativo alla digitalizzazione dei processi.
La digitalizzazione dei processi aziendali
Anche se la raccolta e l’analisi dei dati sono pratiche diffuse nelle PMI, spesso si appoggiano a strumenti poco evoluti. Inoltre, c’è ancora un largo margine di miglioramento nella digitalizzazione dei processi di supporto, come il marketing e la generazione di lead. Infine, la digitalizzazione dei processi direzionali e la promozione di nuovi modelli di business digitali restano un ambito ancora poco esplorato dalla maggior parte delle PMI italiane. Nonostante la disponibilità di incentivi pubblici per sostenere la trasformazione digitale, solo una piccola percentuale di PMI ne fa uso. Mentre alcune imprese potrebbero non essere a conoscenza di questi incentivi, altre potrebbero trovarli complessi o inadeguati alle loro esigenze specifiche. È fondamentale quindi che il governo continui a lavorare per informare le PMI sui vantaggi della digitalizzazione e sulle risorse disponibili per facilitare questo processo.
Un aspetto chiave per favorire la digitalizzazione è la collaborazione e la creazione di reti tra le PMI. La collaborazione può portare a un condiviso apprendimento e sviluppo delle competenze digitali, rendendo il processo di digitalizzazione meno impegnativo. Le PMI possono inoltre beneficiare del supporto di associazioni, consorzi e reti imprenditoriali che possono condividere esperienze e buone pratiche.
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