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E-waste, tesoro dimenticato: i rifiuti elettronici valgono 91 miliardi di dollari

L’International E-Waste Day 2025 si è celebrato il 14 ottobre, e porta con sé al centro del dibattito uno dei temi più urgenti della transizione ecologica: il recupero delle risorse contenute nei rifiuti elettronici. Quest’anno la ricorrenza, istituita nel 2018 dal WEEE Forum, pone l’accento sul valore economico e strategico dei metalli nascosti nei dispositivi dismessi. Secondo il Global E-Waste Monitor, rapporto curato dal programma UNITAR SCYCLE, dall’ITU e dalla Fondation Carmignac, nel 2022 i rifiuti elettronici globali contenevano 31 miliardi di chilogrammi di metalli, di cui 4 miliardi classificati come materie prime critiche. Una miniera invisibile che, se gestita correttamente, potrebbe ridurre la dipendenza da paesi terzi e sostenere la produzione industriale.

Secondo Statista, il valore complessivo dei metalli presenti negli scarti elettronici nel 2022 è stimato in 91 miliardi di dollari, trainato da rame, ferro, oro e nichel. Ma solo una piccola parte di questa ricchezza è stata realmente recuperata: appena 28 miliardi, di cui 9 miliardi attraverso i canali ufficiali di raccolta e riciclo e 12 miliardi tramite circuiti informali, spesso attivi nei Paesi a basso e medio reddito.

Infographic: E-Waste Is a Literal Gold Mine | Statista

Il resto finisce disperso o gestito in modo non conforme, con costi ambientali e sanitari enormi. Gli autori del rapporto stimano un impatto negativo di 78 miliardi di dollari l’anno legato all’attuale trattamento dei rifiuti elettronici. Il saldo netto, tra valore recuperato e danni prodotti, segna una perdita di circa 37 miliardi di dollari nel 2022, cifra che potrebbe crescere fino a 40 miliardi entro il 2030 se non verranno adottate politiche più incisive.

L’International E-Waste Day nasce con l’obiettivo di sensibilizzare governi, aziende e cittadini sull’importanza di una gestione responsabile dei dispositivi tecnologici. Promuove una cultura della circolarità, in cui smartphone, computer e elettrodomestici non rappresentano più scarti, ma fonti di materie prime preziose.

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