Il mercato globale degli smartphone dotati di intelligenza artificiale generativa ha superato quota 500 milioni di unità spedite nel terzo trimestre del 2025, meno di due anni dopo il debutto dei primi modelli a fine 2023. È il segnale più chiaro che l’era dei GenAI smartphone è ormai entrata nella sua fase di maturazione.

Secondo Counterpoint Research, l’adozione iniziale è stata trainata dai modelli premium, con prezzo superiore ai 600 dollari, dove le funzioni basate su intelligenza artificiale sono ormai standard. Apple e Samsung dominano questa fascia, coprendo insieme oltre il 70% delle spedizioni globali.
La spinta dei produttori cinesi
La seconda ondata di crescita arriva ora dai produttori cinesi, che stanno portando le funzionalità GenAI anche nella fascia media e alta del mercato. Brand come OPPO, vivo, HONOR e Xiaomi integrano versioni leggere di LLM (Large Language Models) e assistenti multimodali nei loro smartphone, rendendo la tecnologia accessibile a un pubblico più ampio.
Questa espansione è resa possibile dai chip Snapdragon 6 e 7 Gen di Qualcomm e dalla serie MediaTek 8000, che abilitano l’elaborazione AI avanzata anche su dispositivi di fascia intermedia, mantenendo i costi contenuti.
Aggiornamenti software e prime esperienze GenAI
Oltre 250 milioni di utenti hanno già ricevuto aggiornamenti del sistema operativo che attivano funzioni GenAI limitate. Tra queste figurano strumenti per la scrittura assistita, l’editing fotografico e la sintesi dei contenuti, pensati per offrire un primo assaggio dell’esperienza AI anche a chi non possiede un modello di ultima generazione.
La funzione “Circle to Search” si è affermata come la più promossa e utilizzata tra i dispositivi aggiornati. Tuttavia, la suite completa di funzioni GenAI resta prerogativa degli smartphone di fascia alta, che dispongono di NPU ottimizzate per i LLM e di configurazioni di memoria più elevate, necessarie per l’elaborazione on-device.
La percezione dei consumatori
La familiarità con i dispositivi GenAI è ormai diffusa: nove utenti su dieci dichiarano di conoscere questi smartphone, grazie alle campagne di marketing e all’integrazione rapida di funzioni AI da parte dei principali OEM. Tra i casi d’uso più popolari emergono le attività di scrittura e produttività, segno che gli utenti percepiscono la GenAI come un alleato nella comunicazione quotidiana. L’efficienza resta il vantaggio più apprezzato, soprattutto nei mercati emergenti, dove gli utenti segnalano un livello di soddisfazione più alto rispetto ai Paesi sviluppati, giudicando la tecnologia come un reale valore aggiunto.
Verso il miliardo di dispositivi
Le previsioni di Counterpoint indicano che le spedizioni cumulative di smartphone GenAI supereranno 1 miliardo di unità entro il terzo trimestre del 2026. I prossimi 500 milioni saranno immessi sul mercato in metà del tempo necessario per i primi. L’accelerazione sarà alimentata dalla diffusione di chip AI avanzati nelle fasce intermedie e dall’adozione di modelli leggeri di intelligenza artificiale on-device, capaci di offrire prestazioni di alto livello senza dipendere dal cloud.
Un nuovo paradigma per l’intelligenza mobile
L’evoluzione in corso segna un passaggio decisivo: gli assistenti vocali stanno lasciando spazio a agenti multimodali basati su LLM. Nel mondo Android, Gemini guida questa trasformazione, evolvendo da semplice interfaccia vocale a sistema capace di compiere azioni complesse. Apple ha ampliato il progetto Apple Intelligence, puntando sulla privacy e sull’integrazione trasparente tra app. Samsung, infine, continua a sviluppare la propria strategia di “AI companion”, consolidando il ruolo dello smartphone come centro dell’esperienza personale e professionale.
Se i dati di oggi rappresentano una soglia simbolica, i prossimi dodici mesi definiranno una certezza: l’intelligenza artificiale non è più una funzione aggiuntiva, ma la nuova architettura del computing mobile.




































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