Il caso di Luan Pham Doan, cittadino statunitense coinvolto in una colossale truffa via WhatsApp, getta nuova luce su un fenomeno in crescita esponenziale: le frodi legate alle criptovalute condotte attraverso chat, con meccanismi psicologici e piattaforme contraffatte. Il suo racconto comincia con un messaggio apparentemente innocuo ricevuto nel febbraio 2022 da una certa “Tina”, e si trasforma in un’azione legale multimilionaria contro ignoti, fondata sullo statuto RICO usato per colpire il crimine organizzato.
Da 100 dollari a 10 milioni: il meccanismo della truffa
Doan ha ricevuto un messaggio su WhatsApp da una donna che si è presentata come Tina. I due hanno cominciato a conversare, finendo per instaurare un rapporto di fiducia. Tina lo ha poi indirizzato verso un investimento in Bitcoin, assicurando alti profitti e presentando piattaforme apparentemente sicure, dove l’uomo credeva di detenere il pieno controllo del proprio wallet.
Dopo un primo deposito di 100 dollari, Doan ha progressivamente investito una somma totale pari a 10 milioni di dollari, convinto di aver generato un ritorno di quasi 50 milioni. Quando ha provato a prelevare i fondi, si è visto richiedere una “commissione” dell’1%, ossia 500.000 dollari. In mancanza di pagamento, la “penale” sarebbe salita di 50.000 dollari al giorno.
La truffa del “pig butchering”
Il caso si inserisce in un trend sempre più comune negli Stati Uniti: quello del cosiddetto “pig butchering”, letteralmente “macellazione del maiale”. Un’espressione che descrive la dinamica del raggiro: la vittima viene “ingrassata” emotivamente e finanziariamente, per poi subire un colpo finale devastante.
Secondo Mark E. Bini, ex procuratore federale e oggi partner dello studio Reed Smith, il caso appare chiaramente come una truffa da codice penale, ma viene trattato in sede civile. Questo perché le autorità spesso non hanno prove sufficienti per identificare con certezza i truffatori, specie quando si muovono su scala internazionale.
Azione legale basata sullo statuto RICO
Doan ha deciso di reagire, assumendo un team di investigatori che ha rintracciato circa 6 milioni di dollari del denaro investito, distribuiti in sei wallet crypto. L’uomo ha quindi intentato una causa presso la Corte Distrettuale del Texas meridionale contro tre soggetti ignoti, invocando il Racketeer Influenced and Corrupt Organizations Act (RICO), la legge federale nata nel 1970 per combattere la mafia americana.
Il RICO permette di portare in giudizio più soggetti coinvolti in uno schema criminale organizzato, anche se non tutti direttamente autori del reato. La causa potrebbe consentire a Doan di ottenere mandati per obbligare gli exchange di criptovalute a fornire documentazione utile all’identificazione dei responsabili.
L’incertezza normativa alimenta la giungla crypto
Il contesto giuridico resta però frammentato. Secondo Brian Townsend, ex agente DEA e oggi formatore di forze dell’ordine in ambito crypto, la scelta di intentare causa potrebbe essere un modo per “guadagnare tempo” in attesa di ulteriori elementi.
Anche Darrell P. White, avvocato coinvolto in casi di confisca patrimoniale legati a wallet da miliardi di dollari, conferma l’aumento di frodi basate su siti di investimento fasulli e interazioni via app di messaggistica. Ma sottolinea anche che dimostrare la responsabilità di terze parti, come piattaforme o intermediari, è estremamente difficile senza prove della loro consapevolezza.
Una giustizia che rincorre la tecnologia
Il caso Doan rappresenta una nuova frontiera della giurisprudenza in ambito digitale. Mentre la regolamentazione federale resta in stallo – con un declino delle azioni penali da parte del DOJ e della SEC, criticato da chi attribuisce alla famiglia Trump nuovi interessi nel settore crypto – le corti civili diventano spesso l’unico strumento accessibile per ottenere risarcimenti.
“Serve chiarezza su giurisdizione, responsabilità di terzi e enforcement transfrontaliero”, afferma White. Fino a quando il quadro normativo non si sarà adattato al nuovo panorama tecnologico, casi come quello di Doan saranno sempre più frequenti, e le vittime costrette a cercare giustizia in un sistema ancora troppo lento.
Lascia un commento