Il primo giorno di novembre si apre con due notizie che segnano direzioni opposte nella tecnologia globale: da una parte Samsung e Nvidia stringono un’alleanza senza precedenti per costruire una megafabbrica AI in Corea del Sud, mentre in Europa la Danimarca annuncia che ritirerà il suo sostegno alla proposta dell’UE che prevedeva la scansione obbligatoria delle chat private.
Nel frattempo, il mondo delle big tech continua a girare intorno all’intelligenza artificiale, con nuove partnership, licenziamenti e investimenti miliardari. Ecco tutto quello che è successo nelle ultime ore.
Samsung e Nvidia: nasce una megafabbrica AI da 250.000 GPU
Samsung Electronics ha annunciato una partnership con Nvidia per realizzare una “megafabbrica di intelligenza artificiale” che utilizzerà oltre 50.000 GPU Blackwell, integrate direttamente nei processi produttivi dei chip. L’accordo, celebrato a Seoul con la presenza del CEO Jensen Huang, prevede la creazione di un hub industriale dedicato all’AI e all’automazione, parte di un più ampio piano di sovranità tecnologica della Corea del Sud. Huang ha sottolineato che “senza la memoria HBM di Samsung e SK Hynix non esisterebbero i supercomputer AI”, ribadendo il ruolo cruciale dell’Asia nel futuro dell’elaborazione dei dati.

La Danimarca dice no al “controllo delle chat”
Dopo settimane di pressioni da cittadini e organizzazioni per la privacy, la Danimarca ha annunciato che ritirerà la proposta UE sul controllo delle chat, che avrebbe imposto alle piattaforme di scansionare i messaggi privati per rilevare contenuti pedopornografici.
Il governo danese sosterrà ora un approccio volontario, che lasci alle aziende la possibilità di implementare sistemi di rilevamento solo in presenza di consenso esplicito. La decisione è vista come una vittoria per chi difende la crittografia end-to-end e il diritto alla comunicazione privata, in netto contrasto con la linea dura di Bruxelles.
Andy Jassy: “I licenziamenti di Amazon non sono colpa dell’AI”
Nel corso della conferenza sugli utili, il CEO di Amazon, Andy Jassy, ha chiarito che i recenti 14.000 licenziamenti non sono legati all’intelligenza artificiale, ma a una necessità di “semplificare la struttura interna”. Jassy ha spiegato che la crescita vertiginosa dell’azienda negli ultimi anni ha portato alla creazione di troppi livelli decisionali e che i tagli servono a ristabilire una cultura aziendale più snella e diretta. Gli analisti ritengono che, nonostante le rassicurazioni, parte del riassetto sia comunque funzionale all’integrazione di nuove piattaforme AI in AWS e nei servizi interni.
Perplexity potenzia la ricerca e firma un accordo con Getty
Perplexity AI ha lanciato in versione beta un nuovo strumento di ricerca brevettuale basato sull’intelligenza artificiale, che permette di interrogare archivi di brevetti con domande in linguaggio naturale. Parallelamente, la startup ha siglato un accordo pluriennale con Getty Images, che consentirà di mostrare nei risultati di ricerca immagini e contenuti visivi con licenza ufficiale. L’intesa rafforza la posizione di Perplexity come alternativa credibile a Google e Microsoft nel campo della ricerca semantica e multimodale.
Le big tech preparano 400 miliardi di dollari per l’AI
Meta, Alphabet, Microsoft e Amazon hanno comunicato nei loro ultimi report trimestrali l’intenzione di aumentare gli investimenti in intelligenza artificiale fino a un totale stimato di 400 miliardi di dollari nel 2026. Le risorse serviranno a espandere infrastrutture cloud, chip dedicati e modelli generativi proprietari. Secondo il Wall Street Journal, la spesa combinata rappresenta una delle più grandi mobilitazioni industriali mai viste nel settore tecnologico.
Jensen Huang: “Spero ancora di vendere chip Blackwell alla Cina”
Il CEO di Nvidia, Jensen Huang, ha dichiarato che spera ancora di poter vendere i chip Blackwell in Cina, pur riconoscendo che la decisione finale spetta al presidente Trump.
Huang ha ribadito l’importanza del mercato cinese per la filiera AI globale, ma ha ammesso che le restrizioni commerciali restano un ostacolo concreto alla crescita della compagnia nel paese asiatico.

Tether supera i 10 miliardi di dollari di profitti
Il colosso delle stablecoin Tether ha annunciato di aver generato oltre 10 miliardi di dollari di utili nei primi tre trimestri del 2025, con ulteriori 17 miliardi di dollari in nuovi USDT emessi nel solo Q3.
Il risultato conferma la posizione dominante di Tether nel mercato delle criptovalute e rafforza il suo ruolo di riserva di liquidità per gli exchange, nonostante le critiche sulla trasparenza delle riserve.
Bluesky raggiunge 40 milioni di utenti
La piattaforma Bluesky ha dichiarato di aver superato 40 milioni di iscritti e di essere pronta a testare i “non mi piace” come strumento per migliorare le classifiche dei contenuti e personalizzare le risposte. Il social decentralizzato, nato come progetto open source da ex membri di Twitter, sta crescendo rapidamente come alternativa più libera e meno algoritmica rispetto a X.
Finanziamenti e startup in crescita
Settimana intensa anche per il mondo delle startup. L’ex ricercatore di xAI Eric Zelikman sta raccogliendo 1 miliardo di dollari per la sua nuova azienda Humans&, che punta a creare un’AI collaborativa con gli esseri umani. La piattaforma Human Interest ha raccolto 100 milioni di dollari per semplificare i piani 401(k) per le PMI, mentre Archy e Kaizen hanno chiuso round rispettivamente da 20 e 21 milioni di dollari. Lettuce Financial, invece, ha ottenuto 28 milioni per migliorare la gestione contabile e fiscale dei lavoratori autonomi.
Altre notizie dal mondo tech
Gloo, sviluppatore di strumenti AI per le chiese cristiane, prepara una IPO da 873 milioni di dollari, con l’ex CEO di Intel Pat Gelsinger come responsabile tecnologico.
Nel frattempo, Coinbase sarebbe in trattative avanzate per acquistare la startup BVNK per circa 2 miliardi di dollari, e Pony.ai diventa la prima società autorizzata a far circolare robotaxi autonomi in tutta Shenzhen.
Chiude il quadro YouTube, che sta rinnovando la propria app TV per organizzare i video in stagioni ed episodi, rendendo sempre più sottile la linea che separa i contenuti professionali da quelli generati dagli utenti.





































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