Meta accusata di complicità in una maxi truffa finanziaria: class action da 300 milioni di dollari per frode su Facebook, Instagram e WhatsApp

Una nuova class action federale accusa Meta Platforms Inc. di aver facilitato una truffa azionaria internazionale che ha colpito migliaia di investitori negli Stati Uniti, portando a perdite stimate oltre i 300 milioni di dollari. Il procedimento, depositato presso la Corte Distrettuale del Nord della California, documenta in oltre 30 pagine il presunto coinvolgimento attivo di Meta nella diffusione di pubblicità fraudolente sui suoi social network.

Una truffa costruita su misura dagli strumenti pubblicitari di Meta

La frode, nota come CLEU Scheme, ha ruotato attorno alle azioni della società cinese China Liberal Education Holdings Ltd., quotata al NASDAQ. Dal 22 al 30 gennaio 2025, centinaia di utenti sono stati indirizzati verso gruppi WhatsApp fraudolenti dopo aver cliccato su annunci pubblicitari apparsi su Facebook e Instagram. Gli annunci, gestiti da un’organizzazione criminale attiva tra Cina, Taiwan e Malesia, promettevano guadagni rapidi grazie ai consigli di finti esperti finanziari e celebrità come Kevin O’Leary, Tom Lee, Dave Portnoy e Cathie Wood.

Il meccanismo era orchestrato nei minimi dettagli: i truffatori avevano ottenuto 240 milioni di azioni CLEU in un’emissione privata non divulgata. Attraverso i gruppi WhatsApp, convincevano le vittime ad acquistare azioni a prezzi specifici, mentre i complici liquidavano le proprie quote. Il titolo è salito fino a 7,90 dollari il 29 gennaio, per poi crollare a meno di 0,15 dollari il giorno dopo, una volta scoperta l’esistenza delle nuove azioni.

Le vittime: militari, pensionati, genitori, malati

I querelanti includono militari in servizio, nonni malati di cancro, madri single, coppie indebitate e piccoli imprenditori. C’è chi ha perso vent’anni di risparmi, come il tenente colonnello Adam Spring dell’Air Force, e chi ha visto sfumare 1,8 milioni di dollari, come il piccolo imprenditore Atul Shah e sua moglie. Una donna texana, Giao Q. Tran, ha perso il fondo con cui voleva avviare una fondazione dedicata a bambini poveri. Una settantunenne con tumore neuroendocrino ha dichiarato di non sapere più come pagare le cure mensili.

La CLEU Victim Group raccoglie oltre 500 persone che insieme hanno perso almeno 64 milioni di dollari, ma la stima complessiva sale a oltre 300 milioni. Molti sono stati colpiti anche a livello psicologico e fisico, con episodi di insonnia, depressione, palpitazioni e pressione alta. Alcuni hanno dovuto prendere farmaci o iniziare percorsi di psicoterapia.

Meta sotto accusa per “complicità attiva”

Secondo i legali, Meta ha facilitato consapevolmente la truffa attraverso le sue tecnologie di pubblicità personalizzata. Gli strumenti come Ads Manager, Dynamic Creative e Flexible Format sono stati usati dai truffatori per mostrare centinaia di varianti degli stessi annunci a utenti con precise vulnerabilità, sulla base di comportamenti, ricerche recenti, abitudini d’acquisto e perfino origine etnica. Il targeting ha infatti colpito in modo mirato: ad esempio, 97% degli utenti che hanno ricevuto gli annunci con Savita Subramanian erano indiani-americani, come lei.

Meta ha inoltre permesso che i contenuti violassero palesemente i propri termini di servizio, che vietano espressamente gli annunci truffaldini di tipo “get-rich-quick” o con promesse di rendimenti garantiti. Nonostante le ripetute segnalazioni da parte di utenti e società finanziarie impersonate, molti annunci sono rimasti online anche mesi dopo l’esplosione dello scandalo. Alcuni utenti avevano denunciato specificamente post falsi che impersonavano la strategist di Bank of America, Savita Subramanian, senza che Meta intervenisse.

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Giornalista pubblicista, SEO Specialist, fotografo. Da sempre appassionato di tecnologia, lavoro nell'editoria dal 2010, prima come fotografo e fotoreporter, infine come giornalista. Ho scritto per PC Professionale, SportEconomy e Corriere della Sera, oltre ovviamente a Smartphonology.