Apple si è recentemente trovata (ancora) al centro di una controversia legale. Martedì, un gruppo di oltre 1.500 sviluppatori di app del Regno Unito ha avviato un’azione legale collettiva da 785 milioni di sterline (equivalenti a 1 miliardo di dollari) contro l’azienda, contestando le tariffe imposte dal suo App Store. Negli ultimi anni, l’App Store di Apple ha registrato una crescita esponenziale dei ricavi, che ora si aggirano intorno ai 20 miliardi di dollari per trimestre. Questa crescita è stata alimentata in gran parte dal business dei servizi di Apple, che include l’App Store.
Le critiche sulle commissioni
Nonostante il successo, le commissioni che Apple addebita a alcuni produttori di app per l’uso di un sistema di pagamento in-app, che vanno dal 15% al 30%, hanno suscitato critiche, in passato anche da Pavel Durov, numero 1 di Telegram. Queste tariffe sono state oggetto di indagini da parte dei regolatori antitrust in diversi paesi. Apple ha risposto a queste critiche affermando che l’85% degli sviluppatori sull’App Store non paga alcuna commissione e che l’App Store consente agli sviluppatori europei di raggiungere mercati e clienti in 175 paesi in tutto il mondo.
Ma le critiche non sono isolate nel solo Regno unito. Il New York Times ha pubblicato un articolo di opinione nel 2021 in cui sostiene che le tariffe dell’App Store di Apple siano eccessive. L’articolo mette in discussione la giustizia delle commissioni del 30% che Apple addebita agli sviluppatori, sostenendo che queste tariffe limitano la concorrenza e aumentano i prezzi per i consumatori.
La causa
La causa legale, presentata presso il Competition Appeal Tribunal nel Regno Unito, è stata avviata da Sean Ennis, professore presso il Centre for Competition Policy presso l’Università dell’East Anglia e ex economista presso l’OCSE. Ennis rappresenta un gruppo di 1.566 sviluppatori di app e riceve consulenza legale dallo studio Geradin Partners. Ennis ha dichiarato in un comunicato: “Le tariffe di Apple agli sviluppatori di app sono eccessive e possibili solo grazie al suo monopolio sulla distribuzione di app su iPhone e iPad. Queste tariffe sono ingiuste e rappresentano un prezzo abusivo. Causano danni sia agli sviluppatori di app che agli acquirenti di app.”
Fonte: Reuters
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