Devo ammettere che è stato difficile scrivere la parola “Recensione” davanti ad un titolo come Metti via quel cellulare, la cui firma è di un mostro sacro del giornalismo italiano, Aldo Cazzullo. Come saprete ormai, più che recensioni, le mie sono chiacchierate riguardo ai libri che trattano di tecnologia, in particolare di smartphone. Non ho la presunzione di recensire un’opera come un libro, un po’ perché non ne ho mai scritto uno, (o meglio, l’ho fatto, ma per pura goliardia), un po’ perché non me la sento di mettermi in cattedra e valutare l’opera di chi ne sa a pacchi più del sottoscritto.
Tuttavia ho voluto fortemente leggere e parlare di questo titolo, ormai pubblicato nel 2017 (e quando si parla di smartphone, quattro anni equivalgono ad un’era geologica) perché diverso dai libri recensiti finora. I primi titoli trattati sono stati scritti da professionisti e terapeuti, che conoscono il mondo della tecnologia e delle dinamiche psicologiche che si generano attraverso l’utilizzo di social e mezzi tecnologici. Questa volta con questo volume, si mettono a confronto due generazioni, rappresentate da Aldo Cazzullo, firma storica del Corriere della Sera, e i figli Rossana e Francesco Maletto Cazzullo. Se non avete ancora letto il libro, da qui in poi potreste trovare qualche spoiler.
Metti via quel cellulare è un titolo di impatto e nelle cui pagine vede un confronto generazionale, dove si discute degli smartphone, porta d’accesso al Web e a tutto ciò che ne consegue. Aldo Cazzullo, sapientemente, “gioca” con i propri figli e, tra una pillola di cultura e l’altra, e una immancabile critica alla società e al panorama politico italiano e mondiale, li stimola a tenergli testa. I tre sembrano attori di un processo in cui il padre sembra voler vestire i panni di Pubblico ministero e i figli gli avvocati difensori, dove il mondo tecnologico odierno (nel 2017…) è l’imputato. Il padre si assume la responsabilità di vestire i panni di un genitore apprensivo, consapevole delle potenzialità della Rete, ma di cui è anche diffidente per via dei pericoli. Le risposte di Francesco e Rossana brillano, in una serie di botta e risposta in cui il confronto trova sempre una sorta di equilibrio.

Metti via quel cellulare: un viaggio intimo nelle parole degli autori in cui è facile immedesimarsi
In realtà Metti via quel cellulare si rivolge ai coetanei dei tre autori, chi scettico verso la tecnologia, nel caso dei più adulti, e ai più giovani che non riescono ad uscire dagli schemi imposti dai social. Il giornalista ispira quasi tenerezza nella suo essere apprensivo, specie quando ammette di essere rimasto scottato dagli scenari apocalittici che richiamano 2001: Odissea nello spazio e, anche se non viene citato, Terminator; insieme ai figli suggerisce alle due generazioni, quali sono le alternative e le soluzioni raggiungibili attraverso lo schermo del cellulare. L’autore così facendo si prende carico del rischio di passare per “boomer”, dando modo ai suoi figli di confutare false credenze e luoghi comuni che riguardano la porta d’accesso al Web. Rischi e pericoli non vengono sottovalutati, ma vengono mostrate le possibilità, le responsabilità e la lungimiranza delle nuove leve.
Il libro nasce dalle angosce di un genitore che teme il tempo sottratto al rapporto con la famiglia per colpa dello smartphone. Il titolo sembra voler suggerire quasi una sorta di guida al detox tecnologico, quando è invece più un sano e illuminante confronto tra due generazioni indissolubilmente legate, ma anche così distanti. Il libro è un viaggio intimo nelle parole degli autori, attraverso uno scambio raffinato e brillante. Nonostante ogni famiglia sia diversa l’una dall’altra, è impossibile non immedesimarsi con le figure in gioco. Una lettura piacevole e immersiva, un viaggio tra due generazioni la cui lettura è consigliabile ad entrambe anche contemporaneamente; un po’ per comprendere meglio il mondo di oggi e il modo diverso di viverlo, un po’ per riavvicinarsi con un libro laddove la tecnologia può dividere, ma anche unire.
Piccola nota a parte
La casa editrice mi ha fornito una graditissima copia ebook. Nonostante i vantaggi degli e-book e nonostante non sia poi così prossimo alla mezza età, faccio parte della vecchia guardia che ama la carta, proprio come Cazzullo. Chissà cosa direbbe se sapesse che il suo libro mi è stato fornito in formato e-book…
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