Google Pixel 4a

Recensione GOOGLE PIXEL 4A, pratico ed essenziale

I device Pixel hanno sempre trovato modo di far parlare di sé, nel bene o nel male. Gli smartphone a brand Google hanno una storia mutevole, i primi tempi erano realizzati da altri brand (la linea Nexus), fino ad arrivare agli attuali Pixel, per ogni gusto. Si è parlato molto delle tempistiche con cui è arrivato Google Pixel 4a, presentato ufficialmente dopo tempo di attesa ad agosto 2020, ma reso disponibile all’acquisto da ottobre. Sullo store di Google italiano è acquistabile nella colorazione scura nella sola versione 4G. All’estero è venduto anche nella versione 5G, senza tenere conto poi del fatto che il Pixel 5 in Italia non è mai arrivato. A parte queste politiche non del tutto chiare, Google Pixel 4a al momento non è un dispositivo recente, ma è interessante da provare anche a Febbraio perché è uno dei pochi dispositivi Android sotto ai 6 pollici a presentare alcune caratteristiche chiave, a meno di 400 euro.

Qualche considerazione preliminare su Google Pixel 4a

Partiamo dicendo che Google Pixel 4a in Italia è venduto nella sola versione 4G. Non è un male assoluto, anzi, molte parti d’Italia al momento non sono coperte dalla connettività 5G, come ad esempio la città in cui risiede il sottoscritto. Tuttavia è bene evidenziare come diversi dispositivi, anche a prezzo inferiore, dispongano della possibilità di connettersi alle reti di nuova generazione. Si tratta giusto di un appunto, dal momento che probabilmente si attenderanno molti mesi prima che diventi obbligatorio il passaggio al 5G, ma la concorrenza è già pronta per quando questo sarà lo standard.

Google Pixel 4a: dimensioni e design

Google Pixel 4a strizza l’occhio a quella nicchia di utenti a cui non piacciono i dispositivi con schermi troppo ampi o che non siano possibili da utilizzare con una mano. C’è una sorta di continuità con Pixel 3a, ma rispetto al precedente, le dimensioni sono ancora più contenute e il peso inferiore, seppur di poco. Siamo infatti intorno alle dimensioni di 144 x 69,4 x 8,2 mm per un totale di 143 grammi di peso.

Piacevole da maneggiare, perfetto per l’utilizzo con una mano. Impugnato appare come un oggetto leggero e pratico; un po’ scomodo il sensore di impronte posto sul retro, che è sì veloce, ma non istantaneo nel riconoscimento. Forse è posto troppo in basso per essere raggiunto in modo naturale dal dito indice di entrambe le mani. Eredita questa caratteristica dal 3a, ed è un po’ singolare per un device che non si posiziona sulla fascia entry level a presentare il sensore sul retro.

Google Pixel 4a vs Google Pixel 3a
Le differenze con Pixel 3a (bianco) sulla destra.

Si tratta di uno smartphone essenziale; il design è semplice, la colorazione è nera e opaca. La costruzione non è pregiata, troviamo infatti plastica nella cornice e nel retro, non è soggetto a scivolosità o visibili ditate, anzi. Il design trova alcune caratteristiche con la generazione precedente; la fotocamera resta singola, ma è contenuta in quadro dai bordi arrotondati, che sporge leggermente e che rende il telefono lievemente instabile. Non è una caratteristica tale per cui è obbligatoria l’utilizzo di una cover, anche perché in confezione non è presente e acquistarla su misura sullo store di Google, non è del tutto economica (siamo intorno ai 45 euro).

La costruzione di Google Pixel 4a

Nella parte superiore del terminale troviamo l’ingresso per il jack audio, nel lato destro troviamo in alto il tasto di accensione, bianco e facile da individuare, mentre subito sotto il bilanciere per il volume. Nella lato inferiore troviamo due ottimi speaker, separati dalla Usb Type C. L’audio è molto buono ed elevato e gli altoparlanti collaborano con la capsula auricolare per fornire un buon suono stereo. Il volume è elevato, ma si consiglia di non utilizzarlo al massimo delle possibilità, perché un orecchio allenato potrebbe riscontrare un principio di distorsione dell’audio, quando la qualità della fonte non è elevata.

La posizione degli speaker potrebbe facilitarne la copertura con le mani, tuttavia il suono non viene soffocato. Lo slot presente nel lato sinistro ha lo spazio per una sola Sim. Niente espansione e niente seconda scheda Sim, ma supporta le e-Sim. Possono essere scelte che fanno storcere un po’ il naso, tuttavia bisogna tenere conto che si rivolge principalmente ad un pubblico alla ricerca di un telefono essenziale, con un buon display (ci arriviamo tra poco) e un buon audio.

Google Pixel 4a

Ottimo schermo per un device di fascia media

La parte frontale presenta un display da 5,81 pollici OLED (uno degli ultimi inferiore ai sei pollici) e protezione Corning Gorilla Glass 3. Lo schermo è uno dei punti forti di questo dispositivo, ed è anche uno dei pochi OLED su questa fascia e con questa diagonale (sotto ai 6 pollici le opzioni sono davvero poche, per Android). L’unico difetto è un foro molto spazioso in cui è contenuta la fotocamera frontale, per altro non compatibile con lo sblocco per il volto, ed ecco il motivo per cui il sensore di impronte sul retro. La soluzione del foro ha reso possibile un display più ampio, ma con una fotocamera che non offre uno sblocco e un display di questa qualità, non ci convince appieno. Il pannello è di ottima qualità; solo in alcuni casi abbiamo riscontrato che tende a schiarire troppo alcune zone destinate a rimanere in ombra; i più attenti potranno riscontrarlo in inquadrature in cui i personaggi, specie se con un capello chiaro, mostreranno zone d’ombra non omogenee. Non disponendo di un LED di notifica, si avvale della funzionalità Always On, che si attiva al ricevimento di notifiche, o durante la riproduzione di file multimediali, etc.

Schermo Oled Google Pixel 4a


Sotto al cofano Google Pixel 4a dispone dello Snapdragon 730G, e arriva nella configurazione di memoria da 6/128 GB. Il comparto hardware lo posiziona sulla fascia media. L’utilizzo è fluido, non si riscontrano rallentamenti di sorta. Ci si può azzardare tranquillamente nell’utilizzo di app impegnative, abbiamo talvolta riscontrato lievi surriscaldamenti nella parte inferiore del dispositivo nei processi più impegnativi.

Negli ultimi tempi il mercato ci ha abituato a smartphone con batterie dall’amperaggio sempre più elevato; in realtà come alcune aziende hanno insegnato, non serve una batteria particolarmente capiente, ma è d’aiuto un’ottimizzazione software adeguata. Il device è caratterizzato da una batteria da 3.140 mAh, di poco maggiore rispetto a 3a. Si riesce tranquillamente ad arrivare a sera con un utilizzo normale; anche con un utilizzo intenso si riesce a concludere la giornata lavorativa, ma con un consumo maggiore, si può comunque attivare il bilanciamento energetico. Non ha un amperaggio pari a quello di molti altri telefoni, ma si arriva a sera, dimostrando di essere ben ottimizzato. Il consumo in stand-by è ridotto, praticamente irrisorio.

Il comparto fotografico

Il reparto fotografico non porterà ad un discorso particolarmente ampio, dal momento che il dispositivo presenta due fotocamere, una posta sul display e una nella parte posteriore. Il comparto è il medesimo presente sul 3a, con la fotocamera anteriore da 8 Mpixel e quella posteriore da 12,2 Mpixel. Anche in questo caso lo smartphone è stato equipaggiato alla ricerca dell’essenzialità. Google vuole dimostrare che si possono scattare buone foto anche con una sola fotocamera e senza esagerare con i megapixel.

Bene i selfie, senza infamia e senza lode, mentre le immagini scattate con la fotocamera posteriore sono molto buone. Di giorni i colori sono abbastanza naturali, in alcuni casi un po’ più saturi del dovuto, ma non eccessivamente. Molto bene lo stabilizzatore ottico. Attivabile una modalità ritratto, che però genera foto sì nitide, ma con una sfocatura esageratamente artificiosa e del tutto innaturale, alle volte con una messa a fuoco imprecisa; tuttavia il sistema salverà la foto in doppia copia, con bokeh attivo e non. Ottima soluzione.

Le immagini possono essere acquisite anche con lo zoom digitale fino a 7x senza perdere eccessivamente dettagli. Di sera le immagini sono buone, presente un po’ di rumore, ma è attivabile una modalità Notte che migliora il risultato finale. I video possono essere registrati fino a 4k a 30 fps, oppure in Full HD fino a 60 fps. Bene di giorno, subentra la stabilizzazione elettronica, la qualità cala ovviamente di sera.

Conclusioni

Provare questo telefono a mesi di distanza dall’arrivo sul mercato è stato interessante anche perché è uno dei pochi, trattandosi di un Pixel, a disporre di Android 11. Sono state introdotte tutte le funzionalità anticipate lo scorso anno, con molte conferme e qualche rinuncia che probabilmente vedremo, secondo i rumors, su Android 12. A parte questo, abbiamo più volte usato all’interno di questa recensione la parola “essenziale”. Perché nonostante i diversi punti a favore, Google Pixel 4a è questo che vuole essere. Design semplice, prestazioni buone, buon audio, buona fotocamera, ottimo display. Si posiziona su una fascia media ed è tra i più performanti.

Prezzo in linea, ma rivisitabile

Il vero “problema” è il prezzo. Costa 389 euro e d’accordo su questo segmento è difficile trovare un dispositivo pratico, maneggevole e con un display ottimo. Tuttavia il costo è leggermente elevato, non guasterebbe qualche decina di euro in meno per un dispositivo con una sola fotocamera (ormai nemmeno gli entry level hanno una sola fotocamera) e per non essere nemmeno 5G, ma ne abbiamo parlato in precedenza. Con una rivisitazione del costo diventerebbe uno smartphone da un ottimo rapporto qualità/prezzo e con caratteristiche appetibili. Al momento si tratta di un device che si discosta da quanto si è abituati a vedere sul mercato e con diverse frecce al proprio arco, ma con un prezzo un po’ alto. Ideale per chi vuole un dispositivo compatto, con una buona fotocamera e che cerchi prestazioni soddisfacenti nel lato multimediale.

Quanto costa Google Pixel 4a da Unieuro, Amazon, Mediaworld?

VOTO: 7/10

PRO
Ottimo display
Ottimo audio
Maneggevole

CONTRO
No dual Sim
No 5G
Prezzo alto

Aiutaci a crescere: lasciaci un like :)

Giornalista pubblicista, SEO Specialist, fotografo. Da sempre appassionato di tecnologia, lavoro nell'editoria dal 2010, prima come fotografo e fotoreporter, infine come giornalista. Ho scritto per PC Professionale, SportEconomy e Corriere della Sera, oltre ovviamente a Smartphonology.