Nonostante le PMI rappresentino un pilastro fondamentale dell’economia italiana, con un impatto significativo sul fatturato e l’occupazione del settore privato, solo il 14% di queste adotta un approccio strategico alla sicurezza informatica. Il Cyber Index PMI 2023, frutto di una collaborazione tra Confindustria, Generali e il Politecnico di Milano, evidenzia una consapevolezza insufficiente delle PMI italiane rispetto ai rischi cyber. Delle 708 PMI intervistate, solo il 45% riconosce il rischio cyber, e tre su quattro non sono a conoscenza di cosa sia un attacco ransomware. Questo dato è particolarmente preoccupante, considerando che nel 2022 il 76% delle organizzazioni a livello globale ha subito attacchi di questo tipo.
In questo contesto propone delle best practice in occasione del Data Protection Day. Queste includono il modello 3-2-1: conservare tre versioni dei dati (l’originale e due copie), utilizzare unità diverse per i backup e mantenere una copia fuori sede. Kingston suggerisce inoltre l’uso di dispositivi crittografati. Stefania Prando, Business Development Manager di Kingston Technology, sottolinea l’importanza di sviluppare una cultura informatica orientata alla protezione dei dati sensibili nelle PMI. Secondo Prando, investire in prodotti e formazione interna è essenziale per la sicurezza informatica.
Per le PMI italiane, la protezione dei dati non è solo una questione di sicurezza informatica, ma anche un fattore critico per la loro sostenibilità e successo nel mercato digitale. L’adozione di pratiche di cybersecurity più avanzate rappresenta un passo fondamentale verso un futuro più sicuro e prospero per il tessuto imprenditoriale italiano.
Leave a Reply