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Intel, investimento “monumentale” per la fabbrica dei chip in USA

Intel venerdì scorso ha annunciato un investimento iniziale di oltre 20 miliardi di dollari per costruire fabbriche di chip in Ohio. Secondo l’azienda l’investimento servirà ad incrementare la produzione per soddisfare la crescente domanda di semiconduttori, anche per gli stessi prodotti Intel e per soddisfare le esigenze dei clienti delle fonderie. Altri 100 milioni di dollari sono stati investiti per supportare lo sviluppo del nuovo sito, con istituzioni educative (tra cui le Università dell’Ohio) per costruire una pipeline di talenti e rafforzare i programmi di ricerca in loco. Il progetto rientra in un più complesso braccio di ferro che vede contrapposti USA e Cina nella guerra tecnologica, oltre all’obiettivo dell’azienda nel riconquistare il primato nella produzione, ceduto a Samsung.

Perché l’Ohio e le ripercussioni dell’investimento

Mike DeWine, governatore dell’Ohio, ha definito l’annuncio come “una notizia monumentale” per lo stato dell’Ohio. L’investimento porterà già nella fase iniziale 3.000 posti di lavoro in Intel e 7.000 lavori di costruzione, oltre a supportare decine di migliaia di posti di lavoro locali, secondo quanto riferito dal comunicato di Intel. I lavori si svolgeranno all’interno di un’area di 400 ettari nella contea di Licking. Da quanto si apprende, il sito potrebbe ospitare fino a otto fabbriche di chip. L’investimento totale potrebbe essere fino a 100 miliardi di dollari nel prossimo decennio, con l’obiettivo di renderlo uno dei più grandi siti di produzione di chip del mondo. L’Ohio ospiterà dunque il primo nuovo sito produttivo di Intel in 40 anni.

La mossa dell’azienda dovrebbe attirare secondo Intel partner ecosistemici e fornitori necessari per fornire supporto locale per le operazioni. Dai fornitori di materiali e apparecchiature per semiconduttori a una serie di fornitori di servizi. Ciò non si concretizzerà solo con un beneficio per lo stato dell’Ohio, ma avranno un impatto economico sul più ampio ecosistema di semiconduttori degli USA.

Keyvan Esfarjani, vicepresidente senior di Intel

Il motivo per cui è stato scelto l’Ohio è per la possibilità dello stato “all’accesso ai suoi migliori talenti”, alla solida infrastruttura esistente e alla lunga storia di potenza manifatturiera, secondo quanto affermato dal vicepresidente senior di Intel, Keyvan Esfarjani. Ma l’espansione del sito e della produzione, dipenderà dai finanziamenti del CHIPS Act.

Intel sfida la crisi dei chip

La crisi dei chip è tuttora in corso e ha già portato qualche effetto rilevante nelle vendite globali lo scorso anno. Come riportato dal Kristina M. Johnson, presidente dell’Università Statale dell’Ohio, i semiconduttori rendono possibile quasi ogni aspetto della vita di oggi. Saranno anche parte integrante di una serie di applicazioni in cui l’Ohio è già coinvolto dal punto di vista della ricerca, tra cui IA, informatica quantistica, sviluppo dei vaccini, etc. La presidente Johnson spiega anche come questo progetto rappresenti una grande opportunità per gli attuali studenti e quelli futuri, inoltre consoliderà lo stato come una calamita per trattenere e attrare una nuova generazione di talenti.

La diretta streaming con il Presidente Joe Biden e il CEO di Intel Pat Gelsinger

Un evento di portata rilevante, al punto che il CEO di Intel Pat Gelsinger e il Presidente USA Joe Biden, in diretta streaming venerdì scorso hanno commentato l’importanza dell’iniziativa, che dovrebbe essere ultimata nel 2025. L’Amministratore Delegato di Intel ha affermato che l’investimento denota lo sforzo dell’azienda per ripristinare la leadership degli Stati Uniti nella produzione di semiconduttori.

Le fabbriche a basso impatto ambientale

“Il primo mattone” dovrebbe essere posizionato verso la fine dell’anno appena iniziato, mentre la produzione vera e propria inizierà nel 2025. I nuovi impianti saranno sostenibili e saranno costruititi secondo i principi della bioedilizia. Le fabbriche saranno alimentate al 100% da elettricità rinnovabile, saranno net water positive e produrranno zero rifiuti totali nelle discariche.

Chipset e politica, il futuro tecnologico è un braccio di ferro

Intel mostra dunque i muscoli con tre obiettivi, rivendicare la propria leadership, ceduta a Samsung lo scorso anno come riporta Reuters, contrastare la crisi dei chip che, secondo il CEO di Intel, dovrebbe durare fino al 2023, e far vincere agli USA il braccio di ferro con la Cina nella guerra tecnologica. Per la concreta riuscita del “monumentale” investimento di Intel, molto dipenderà anche dalla capacità del Presidente Biden nel persuadere il Congresso ad approvare 52 miliardi di dollari di finanziamenti al fine di aumentare sensibilmente la produzione dei chip negli USA. I finanziamenti rientreranno nel disegno di legge annunciato venerdì dalla presidente della Camera USA Nancy Pelosi sulla competitività. Anche senza finanziamento, assicura Gelsinger, il colossale progetto andrà avanti, solo un po’ meno velocemente. Il CEO ha anche riferito all’agenzia Reuters che prossimamente spera di poter annunciare un altro importante sito di produzione anche in Europa.

Pat Gelsinger, CEO Intel
Pat Gelsinger, CEO Intel

Eccesso di chip?

C’è addirittura chi si pone la domanda se il futuro non vedrà un eccesso di chipset. I rivali di Intel non sono rimasti a guardare, anche Samsung e TSMC ha annunciato importanti investimenti negli Stati Uniti per la produzione di semiconduttori. Ma questo non sembra preoccupare Pat Gelsinger, che vede in un futuro una vita sempre più digitale. Con un metaverso appena concepito, non sembra poi così troppo visionaria la previsione del CEO di Intel. Come confermato del resto da Alan Priestley, analista di Gartner. Tuttavia non scongiura la possibilità di una grande bolla.

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Giornalista pubblicista, SEO Specialist, fotografo. Da sempre appassionato di tecnologia, lavoro nell'editoria dal 2010, prima come fotografo e fotoreporter, infine come giornalista. Ho scritto per PC Professionale, SportEconomy e Corriere della Sera, oltre ovviamente a Smartphonology.