Mentre Microsoft gongola per la presentazione in anteprima di Bing supportato da OpenAI, Google nella fretta di mostrare al pubblico le proprie capacità e le proprie conoscenze in tema di AI, è inciampata suo malgrado in un errore che gli ha fatto perdere ben 100 miliardi di dollari di valore, come riporta Reuters. Nel giorno dell’annuncio di Bard, l’AI che dovrà far riguadagnare il terreno perso nella sfida contro Microsoft, il chatbot di Google ha fornito una risposta sbagliata. Può succedere, specie per un chatbot in fase di test. Peccato però che la risposta è stata mostrata nel corso della presentazione ufficiale e sulle promozioni sui social network. Solo su Twitter la risposta sbagliata è stata vista più di un milione di volte. Un’informazione che poteva sfuggire ai più, ma non agli scienziati. Infatti secondo Bard il primo telescopio a catturare l’immagine di un esopianeta è stato il James Webb Space Telescope, anziché il Very Large Telescope sito in Cile.
In arrivo la Ricerca multipla
Nonostante il passo falso, nella giornata di mercoledì sono state condivise le nuove implementazioni di Alphabet che integrano l’IA. La prima nuova funzionalità riguarda Lens e arriverà nei prossimi mesi. Lens, che viene utilizzato, secondo quanto riferito da Google, ben 10 miliardi di volte ogni mese, permetterà tramite la funzione “Search your screen” per Android di cercare ciò che viene illustrato in una foto o in un video sul web e nelle vostre app preferite, come le app di messaggistica e video, senza dover uscire dall’app o dall’esperienza specifica. Ad esempio se un contatto manda un messaggio con un video in cui viene mostrata Parigi, si potrà cercare maggiori informazioni su un particolare, come ad esempio un monumento, premendo il tasto Home e poi “search screen”. Inoltre la modalità Ricerca multipla consentirà di cercare da un’immagine e da un testo contemporaneamente. Una funzione già disponibile su tutti i dispositivi su cui è presente Lens. Sempre da Ricerca multipla sarà possibile cercare informazioni attorno all’utente. Ad esempio scattando una foto e aggiungendo “vicino a me” per trovare ciò di cui si ha bisogno, come ad esempio supportare le attività commerciali di quartiere, o trovare qualsiasi cosa in breve tempo. Una funzionalità attualmente disponibile in inglese, negli USA.
Google, che succede?
I passi di questi giorni di Alphabet sembrano quelli di chi si è gongolato sugli allori in questi ultimi 25 anni, conscio di una leadership e con delle statistiche che rendevano Google un imperatore incontrastato. Ma come ci hanno insegnato aziende come Nokia, Motorola e decine e decine di brand negli ultimi anni, i cicli tendono a finire se non si è preparati e sul pezzo. E per la prima volta il gigante di Mountain View appare disorientato e senza un piano preciso. I continui annunci legittimi su come impiega l’Intelligenza Artificiale Big G, spiegano sì come in questi anni è stata sviluppata l’AI, ma non spiegano perché questa situazione, con l’asse Microsoft/OpenAI che diventa una seria minaccia per Alphabet, in particolar modo dopo lo scivolone preso nel corso della promozione. Gli ultimi annunci sono senza dubbio utili e hanno la funzione di prendere tempo, ma la realtà è che nella corsa all’Intelligenza Artificiale Google parte svantaggiata. E chissà, forse azzoppata da un handicap relativo proprio a LaMDA, quando Blake Lemoine violò tutti gli accordi di riservatezza, annunciando una senzietà dell’AI di Google. Quale che sia il motivo, al momento Google rincorre, anzi, zoppica. E Microsoft sta a guardare.
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