In una mossa senza precedenti nel panorama italiano, il Garante della Privacy ha stretto le maglie su quello che è stato definito come il “telemarketing selvaggio”. In una vasta operazione congiunta con il Nucleo Speciale Tutela Privacy e Frodi Tecnologiche di Roma e il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Verona, l’Autorità ha notificato e sequestrato le banche dati di diverse società accusate di attività illecite nel settore del telemarketing.
Le società e le sanzioni
Le società coinvolte nell’operazione sono Mas s.r.l.s., Mas s.r.l., Sesta Impresa s.r.l. e Arnia società cooperativa, tutte colpite da salate sanzioni pecuniarie rispettivamente di 200.000 euro, 500.000 euro, 300.000 euro e 800.000 euro. A due di queste società è stato inoltre confiscato il database dei potenziali clienti, base fondamentale per l’effettuazione delle attività illecite. Questa operazione rappresenta un punto di svolta nella lotta al telemarketing illegale, essendo la prima volta che il Garante impone la confisca delle banche dati. Ciò segnala un innalzamento dell’asticella nella strategia di contrasto dell’Autorità, che da un lato sta lavorando con gli operatori rispettosi della legge per l’approvazione di un codice di condotta, e dall’altro mantiene un’attiva vigilanza e repressone sul fenomeno.
L’operazione è scaturita da una segnalazione della Compagnia della Guardia di Finanza di Soave (VR), che ha permesso di individuare le quattro società oggetto di indagine. Queste sono state ritenute responsabili di numerose attività in violazione delle normative sulla protezione dei dati personali. In particolare, Mas s.r.l. e Mas s.r.l.s., con sede a Verona, acquisivano illegalmente liste di potenziali clienti per proporre offerte commerciali di diverse compagnie energetiche. Ciò avveniva senza il consenso degli interessati per il trattamento dei propri dati a fini di marketing. I contratti così stipulati venivano poi inoltrati alle due società toscane per l’inserimento nel database delle compagnie energetiche, in violazione di numerosi principi di trasparenza e sicurezza.
Un sottobosco del telemarketing
Questo tipo di attività rientra in quello che il Garante ha definito come il “sottobosco” del telemarketing illegale, un fenomeno alimentato da pratiche illegali, ma anche da un controllo insufficiente da parte delle grandi aziende committenti. L’operazione odierna rappresenta un importante passo avanti nella tutela dei cittadini in un settore tanto delicato quanto quello del telemarketing, e testimonia l’efficacia della collaborazione tra il Garante per la protezione dei dati personali e la Guardia di Finanza.
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