Ecco quanto inquina una email

Ecco quanto inquina una email

Più volte in passato ci siamo dedicati ad affrontare argomenti come la sostenibilità e l’inquinamento digitale. Come spesso abbiamo scoperto dalle statistiche e dai rapporti degli enti predisposti, lo smartphone inquina, non solo dalla sua costruzione, ma anche nel suo utilizzo e fino allo smaltimento; a proposito: potrebbe interessarti questo post sugli otto consigli prima di buttare uno smartphone. A parte questo, spesso ci si chiede: ma quanto inquina una email? In realtà non così tanto come si pensava, ma una parte di emissioni è dovuta anche alla corrispondenza elettronica.

Quanto inquina una email?

In realtà è una quantità difficile da calcolare, se consideriamo che ogni giorno vengono inviate una quantità impressionante di email in tutto il mondo. I dati che seguiranno sono stati condivisi dal Carbon Literacy Project, un progetto dedito all’alfabetizzazione al carbonio, unico progetto al mondo, riconosciuto dalle Nazioni Unite alla COP21, a Parigi, dove è stato premiato come TAP100, uno dei 100 programmi di azione trasformativa nel mondo. Secondo l’ultimo rapporto, Mike Berners-Lee, scrittore, professore e ricercatore inglese che dedica i propri studi sull’impatto ambientale, in uno dei suoi libri ha calcolato che una e-mail potrebbe generare emissioni contenute in un intervallo tra 0,03 grammi e 26 grammi. Statista ha invece stimato che solo nel 2021 sono state inviate più di 306 miliardi di e-mail, mentre le previsioni indicano che la quantità potrebbe raggiungere quota 376 miliardi nel 2025.

Tipo di e-mailEmissioni (CO2e)
E-mail di spam raccolta dai tuoi filtri0,03 g
Breve email inviata e ricevuta su un telefono0,2 g
Breve e-mail inviata e ricevuta su un laptop0,3 g
Email lunga che impiega 10 minuti per scrivere e 3 minuti per leggere inviata e ricevuta su un laptop17 g
Email esplosione che impiega 10 minuti per scrivere e inviare a 100 persone, di cui 1 lo legge e gli altri 99 lo guardano per 3 secondi per decidere che dovrebbero ignorarlo26 g
Dati: “How Bad are Bananas?: The Carbon Footprint of Everything” (2020), Mike Berners-Lee.

Le stime dell’impatto globale di tutte le e-mail

Singolarmente può sembrare un impatto contenuto, ma con tutte le e-mail inviate in un anno, bè l’impatto è più rilevante. Dalla tabella soprastante è possibile capire come l’impatto cambi da messaggio a messaggio. Che sia una mail di spam fino ad una mail più importante, singolarmente producono emissioni, a seconda del tempo impiegato nel leggerla e inviarla. Berners-Lee ha dunque stimato che, se una singola email inquina fino a 26 grammi di emissioni, globalmente le e-mail hanno rappresentato fino a 150 milioni di tonnellate di CO2e nel 2019. Questo è paragonabile a circa lo 0,3% dell’impronta di carbonio mondiale. Metà delle e-mail inoltre è di spam, mentre il resto è composto da messaggi utili, che in genere richiedono tre minuti per essere scritti e circa un minuto richiesto nella lettura dello stesso. Con questa stima, l’utilizzo medio della posta elettronica è paragonabile a guidare una piccola auto a benzina per 206 km circa.

Dunque le emissioni della posta elettronica non è certo una delle sfide più importanti per l’umanità, ma può essere un modo semplice per iniziare a inquinare meno anche solo da una corretta gestione della casella elettronica. Secondo il ricercatore inglese, pensare in tal senso è un buon modo per poter avere dei vantaggi nell’eliminare ogni tipo di spazzatura dalla propria vita. Inoltre, una riduzione della quantità dei messaggi inviati e ricevuti, sono utili ad affrontare l’ansia e lo stress che derivano dal sovraccarico della corrispondenza elettronica.

5 comportamenti per ridurre al minimo i volumi di posta elettronica

I consigli di Carbon Literacy Project sono pochi e semplici da seguire. Sono cinque piccoli comportamenti da tenere a mente in modo da poter fare il proprio nell’impatto globale generate da miliardi di e-mail spedite annualmente.

  • Iscriversi solo alle newsletter che sono realmente interessanti
  • Annullare le mailing list considerate irrilevanti
  • Verificare che le mailing list ricevute siano affidabili e aggiornate
  • Scrivere e-mail concise e con messaggi brevi
  • Inviare messaggi solo a chi ha bisogno delle informazioni

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Immagine in evidenza: Immagine di vectorjuice su Freepik

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Giornalista pubblicista, SEO Specialist, fotografo. Da sempre appassionato di tecnologia, lavoro nell'editoria dal 2010, prima come fotografo e fotoreporter, infine come giornalista. Ho scritto per PC Professionale, SportEconomy e Corriere della Sera, oltre ovviamente a Smartphonology.