Che Vodafone e AIRC avessero già unito le proprie forze per sostenere la ricerca, non è proprio una novità. Grazie al progetto DreamLab, gli smartphone sotto carica e inutilizzati, possono aiutare la ricerca in campo medico grazie al calcolo distribuito (avevamo accennato qualcosa qui). Recentemente, si era aggiunta anche la possibilità di compiere calcoli per combattere il coronavirus grazie alla collaborazione tra Fondazione Vodafone e Imerial College di Londra.
Come funziona DreamLab
Il nuovo progetto di citizen science, segue “Genoma in 3D”, condotto con il sostegno di AIRC presso IFOM, oggi concluso. Ma come funziona? La potenza di calcolo del dispositivo, normalmente impiegata per l’intrattenimento o il lavoro, durante la carica è una risorsa inutilizzata, specie di notte. Se il device è collegato alla rete elettrica e l’applicazione DreamLab installata, quest’ultima scarica piccoli pacchetti di dati, che saranno poi restituiti ai ricercatori una volta elaborati. Così si potrà supportare attivamente la ricerca da loro svolta.
Il nuovo progetto di AIRC porta il nome “L’esploratore delle cellule tumorali” e serve ad individuare le cellule più responsabili dei diversi tipi di tumori. Ogni cellula, nell’ambito del progetto, viene schedata e di ciascuna viene tracciato un identikit per individuare le più pericolose e colpirle.
L’obiettivo spiegato da IFOM
Massimiliano Pagani, responsabile del laboratorio di Oncologia Molecolare e Immunologia dell’istituto IFOM di Milano, ha dichiarato che l’obiettivo è la caratterizzazione dell’ecosistema tumorale. In particolare delle relazioni tra sistema immunitario e cellule tumorali. “Per velocizzare i tempi” – spiega Pagani – “occorre un’elevata potenza di calcolo, quindi il contributo di tutti i ‘dreamers’ sarà fondamentale. Il traffico di dati che ogni singolo utente potrà donare aiuterà a caratterizzare ogni singola cellula, trasformando lo smartphone in un potente strumento per contribuire a tracciare gli identikit e incrementare la conoscenza sul funzionamento dei tumori, al fine di individuare cure efficaci”.
1.000 cellulari attivi sei ore a notte, ridurrebbero i tempi di 30 volte
Se un computer a otto core attivo 24h su 24, impiegherebbe 12.500 giorni, grazie al calcolo distribuito, contando su di una rete di 1.000 smartphone attivi per sei ore a notte, il tempo necessario si ridurrebbe di circa 30 volte. Secondo Adriana Versino, consigliere delegato Fondazione Vodafone Italia, sono 1,4 milioni i “dreamers” in tutto il mondo, 1/4 di cui italiani. Dal 2019 ad oggi, il progetto “Genoma in 3D”, grazie ai dreamers, ha completato 134 milioni di calcoli.
DreamLab è scaricabile gratuitamente da App Store o PlayStore, l’utente potrà scegliere quanti dati utilizzare per la ricerca. Gli utenti Vodafone Italia non consumeranno alcun dato.
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